Emicrania, la nostra vita davanti uno schermo

L’emicrania è la forma di mal di testa più comune e molto probabilmente il fatto che la nostra vita trascorra davanti ad uno schermo è uno dei fattori scatenanti.

I ritmi quotidiani sono significativamente cambiati rispetto a 10 o 20 anni fa. Siamo sempre di corsa e quando non dobbiamo divincolarci da un posto ad un altro, prendiamo in mano il nostro cellulare.

La mattina non appena alzati molte volte la prima cosa che facciamo è quella di prendere lo smartphone, controllare le notifiche e vedere cosa c’è di nuovo su Facebook o Instagram.

Arrivati al lavoro, ci sediamo, accendiamo il computer e iniziamo a lavorare. Quando arriva la pausa pranzo, mangiamo, chiacchieriamo con i nostri colleghi, ma ogni tanto diamo una sbirciatina al nostro smartphone.

Quanso si è finalmente a casa, arriva la sera e anche il momento del relax. Ci leggiamo un libro? Forse. Controlliamo lo smartphone e accendiamo il computer? Molto probabile. Così, prima che ce ne rendiamo conto, iniziamo a sentire gli occhi stanchi e ad accusare un leggero dolore alla testa.

Questo tipo di affaticamento si verifica nella maggior parte delle persone che lavorano davanti ad un computer. Inoltre, quando siamo di notte davanti ad uno schermo, induciamo il nostro orologio biologico a pensare che sia ancora giorno.

Molti studi hanno dimostrato che la retroilluminazione dei nostri laptop e desktop ci porta ad avere mal di testa ed emicrania, maggiore affaticamento dopo esserci svegliati e diminuzione della concentrazione.

Il nostro corpo funziona secondo i cosiddetti ritmi circadiani, che sarebbero la nostra risposta fisiologica alla luce e all’oscurità. È ciò che spinge noi e tutte le specie di mammiferi ad addormentarci di notte. Ma quando fissiamo gli schermi dei nostri computer, la loro illuminazione porta il nostro cervello a pensare che sia ancora la luce del giorno.

Ciò significa che se guardiamo uno schermo prima di dormire, i livelli di melatonina del nostro corpo vengono ritardati di un’ora, riducendo la qualità del sonno. Al contrario, se leggiamo un libro, i nostri livelli di melatonina rimangono stabili.

Essendo la sensibilità alla luce molto comune, spesso viene utilizzata come criterio diagnostico per l’emicrania, come ha spiegato la dottoressa Kathleen Digre:

Tutte le persone con emicrania sono più sensibili alla vista. Quindi non è solo la luce, ma è anche il contrasto… tende veneziane, ombre, luci lampeggianti. La luce fluorescente ha un po ‘di luccichio. Ciò, in alcuni soggetti, può provocare emicranie.”

Emicrania: anche la posizione conta

Secondo Kenneth Hansraj, primario di chirurgia spinale presso il New York Spine Surgery and Rehabilitation Medicine, passiamo 2 alle 4 ore al giorno a testa bassa sullo smartphone. Dunque, in un anno si contano dalle 700 alle 5.000 ore di stress cervicale, un fattore che porta inevitabilmente ad un aumento delle probabilità di mal di testa cronico.

Rimanere tutto il giorno con la testa abbassata sullo smartphone può provocare uno stress al tratto cervicale della colonna vertebrale pari a circa 22 chili di pressione, un andamento che a lungo andare sicuramente aumenta la probabilità di mal di testa e, nei casi estremi, lesioni alla spina dorsale.

Considerate che il peso che carichiamo sul collo dipende soprattutto dall’inclinazione del capo: un’angolazione di 15 gradi è l’equivalente di 12 chili di pressione, 30 gradi a 18 chili, 45 gradi a 22 chili.

Fonte: blog.hubspot.com, picsolution.com

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Le informazioni fornite in questo articolo hanno natura generale e sono pubblicate a scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere del medico.

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