Sesso, estate e… prostata

Quando la prostata non va bene, anche il sesso va male. Nonostante l’aumento del testosterone e la conseguente naturale crescita del desiderio sessuale, d’estate i 7 milioni di italiani over 50 (ma parecchi anche intorno ai 40) affetti da Iperplasia Prostatica Benigna (IPB) potrebbero infatti avere non poche difficoltà nella loro vita sessuale.

“I disturbi sessuali – spiega Vincenzo Mirone, Professore Ordinario della Facolta’ di medicina e Chirurgia dell’Universita’ Federico II di Napoli e Segretario Generale della Societa’ Italiana di Urologia (SIU) – si aggiungono agli altri fastidiosi sintomi tipici del cattivo funzionamento della prostata, che rendono la vita (e soprattutto le notti) di chi ne soffre un vero incubo: sonno interrotto per alzarsi continuamente e urinare, corse in bagno durante la giornata, bruciore alla minzione”.

A letto qualcosa va storto

I fastidi dell’Iperplasia Prostatica Benigna (IPB) minacciano di rovinare anche le vacanze: proprio quando la coppia dovrebbe poter contare su relax e più tempo libero da dedicare anche alla propria intimità, qualcosa va storto e mette a dura prova l’intesa tra i partner. Oltre a preparare la valigia e i documenti di viaggio prima di partire per le ferie, meglio fare anche un check-up alla prostata e farsi prescrivere la terapia più adeguata.

Ma perché d’estate aumenta la libido?

“La maggior esposizione al sole – aggiunge Luciana Mariani, urologa territoriale presso l’Area Vasta 3 e 4 Civitanova Marche-Fermo – converte il triptofano in serotonina, un antidepressivo naturale, migliorando la qualità’ delle emozioni, aumentando la libido e la secrezione di ormoni sessuali maschili e femminili. Inoltre, le ferie ci tengono lontani dallo stress e dalle preoccupazioni della quotidianità dandoci la possibilità di riappropriarci dei nostri desideri, prendendoci cura di noi stessi” continua l’esperta.

Insomma, un umore più positivo e la prospettiva che tra un po’ si andrà in vacanza creano un mix che favorisce un più facile approccio all’intimità e al sesso.

Nonostante i disturbi maschili provochino insoddisfazione nella partner e siano spesso causa della crisi della relazione, in gran parte dei casi l’uomo non vuole affrontare il problema o tarda a farlo. L’uomo, dunque, preferisce rimandare piuttosto che andare dal medico ed affrontare il problema.

“Oggi la prostata ingrossata accomuna circa il 65% dei sessantenni e l’80% dei settantenni. Una percentuale alta – spiega il prof. Mirone – ma che potrebbe essere meno della meta’ se gli uomini andassero dal medico. Invece, sappiamo che meno del 50% degli uomini che presentano difficoltà urinarie si rivolge ad un medico, e quindi ecco che già i 40-50enni prenotano un posto in prima fila per un problema nel decennio successivo”.

Attenti ai segnali

Ma quali sono i segnali a cui prestare attenzione per capire quando è il caso di rivolgersi al medico? Uno dei sintomi più fastidiosi dell’ipertrofia prostatica è sicuramente l’aumentato bisogno di urinare durante la notte, causa di molti risvegli notturni. L’uomo spesso è costretto a svegliarsi più volte durante la notte dal senso di urgenza di urinare, ma una volta in bagno il flusso è debole, con frequenti interruzioni e la sensazione di non aver svuotato completamente la vescica.

Questo è il tipico campanello d’allarme dell’Iperplasia Prostatica Benigna (IPB): se la partner si accorge di questi frequenti risvegli notturni, meglio non perdere tempo e fissare subito un appuntamento con l’urologo.

Fonte: affaritaliani.it

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Le informazioni fornite in questo articolo hanno natura generale e sono pubblicate a scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere del medico.

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